Ormai è diventato quasi un ritornello: “cerchiamo personale ma non riusciamo a trovarlo“. Infatti, soprattutto questa estate, sta diventando sempre più complesso se non impossibile il reclutamento di nuovi addetti, soprattutto nel settore della ristorazione stagionale. Questo problema va ricercato in diversi fattori sia sociali che contrattuali: infatti i ragazzi più giovani, cioè coloro ai quali sono storicamente indirizzati questi tipi di lavoro, sono sempre più restii a candidarsi. I motivi sono diversi, e vanno da una scarsa contribuzione, alle ore di lavoro notturno, ai contratti non sempre chiari e definiti.
Per quanto tanti imprenditori del servizio per l’accoglienza ormai offrano contratti in linea con i contratti collettivi nazionali del lavoro, il sistema ancora non ha recuperato la fiducia persa nei confronti di queste aziende; le critiche più diffuse sono essenzialmente tre: il lavoro nero, gli stipendi troppo bassi e gli orari di lavoro insostenibili.
Vero, non tutte le offerte di lavoro stagionale o nei servizi hanno di queste criticità, ma purtroppo ancora troppo spesso si sentono di queste situazioni, che hanno una grande eco nell’opinione pubblica e allontanano sempre di più i ragazzi da queste mansioni. Dall’altra parte, secondo il punto di vista degli imprenditori seri, si lamenta la mancanza di lavoratori preparati e già formati.
Come già accennato, la crisi si vede soprattutto nella mancanza di lavoratori stagionali: secondo Federalberghi mancano circa trecentomila persone e, tra le accuse che sentiamo più spesso, ci sono quelle al reddito di cittadinanza e alla scarsa voglia di sacrifici dei ragazzi più giovani, anche se i dati suggeriscono che siano le condizioni di lavoro offerte, e le critiche che sentiamo ogni giorno dell’opinione pubblica, le responsabili principali di questa crisi.
Una crisi che si registra comunque durante tutto l’anno ma che trova il suo apice durante il periodo estivo, a causa dell’aumento di richiesta di lavoratori nei settori dei servizi, nell’accoglienza turistica e nell’agricoltura. Attenzione: l’emergenza stagionale non è una novità, ma se ne parla da diversi anni.
Ci sono diversi metodi per combattere questo fenomeno: il primo è eliminare il lavoro in nero, il secondo è cercare di creare dei dipendenti sempre più formati sia nelle loro mansioni sia nei loro diritti, che non sempre vengono rispettati e, inoltre, bisogna investire in formazione continua e stabile perché le aziende possano avere dei lavoratori disposti a ripresentarsi ogni anno.
Per risolvere questo problema sarà indispensabile costruire un nuovo patto sociale tra chi offre lavoro e chi lo ricerca; infatti la mancanza di fiducia in questi lavori sembra ormai incolmabile. La fiducia si costruisce con la consapevolezza e il rispetto delle regole, e questa consapevolezza si costruisce con un’adeguata formazione. Chi può offrire delle competenze, chi è già formato, sicuramente può offrire un apporto migliore al luogo di lavoro e aiutare a organizzare le mansioni.
Il mondo del lavoro stagionale è a una svolta, non possiamo più contare su quell’esercito di lavoratori composto da studenti o “professionisti delle stagioni”. La nostra sfida, come cifap formazione, sarà quella di offrire dei percorsi che possano efficacemente formare queste categorie di lavoratori, in modo che la richiesta di lavoratori possa avere un’offerta adeguata.