Ormai è un anno che viviamo la pandemia causata da covid. In questo lungo e particolare anno abbiamo assistito alla grande crisi economica e al crollo dei consumi causati dalle chiusure che la crisi sanitaria ha imposto. Dal punto di vista lavorativo abbiamo assistito alla perdita di posti di lavoro e alla chiusura di molte attività che non hanno retto il peso della crisi, ma, al contempo, abbiamo potuto vedere come un settore non solo non abbia sofferto la crisi, ma si sia addirittura rafforzato e imposto: parliamo del commercio online.
Il mondo del e-commerce è abbastanza ampio, e non si regge solo sul semplice rapporto di domanda e di offerta, ma anche su altri pilastri, come la pubblicità, la corretta informazione e la sicurezza dell’acquisto.
Questo periodo ha messo in ginocchio interi comparti produttivi, ha causato la chiusura di molte attività e ha fatto perdere miliardi di euro di consumi. Ma, una cosa che accomuna i lavoratori italiani è la capacità di adeguarsi alle sfide del mercato e imparare dalle situazioni difficili, prendendone la parte migliore. Infatti molte attività hanno iniziato a capire i vantaggi delle vendite e della comunicazione online e stanno iniziando a muoversi verso questo nuovo stile, che possiamo definire ibrido.
Il futuro delle attività commerciali sarà, perciò, una nuova tipologia di negozio dove attraverso il corretto uso del digitale, possiamo rafforzare la densità di contatti col consumatore finale, in modo da aumentare la fidelizzazione. L’innovazione commerciale sarà sempre più incentrata sulla gestione della relazione con le persone. Dobbiamo tenere a mente un concetto importante: digitale non significa solo e-commerce, ma anche ingaggio del consumatore (Roberto Ravazzoni).
È importante tenere a mente che questi nuovi modelli di commercio possono funzionare solo quando si ha la forza di rinnovare il proprio concetto di business e se si è in grado di cambiare o adattarsi alle nuove tecnologie. Per favorire la crescita ibrida l’acquisto online deve rappresentare anche un esperienza gradevole e non solo funzionale.
In questo nuovo contesto si inserisce anche un nuovo tipo di lavoratore, che deve essere preparato e formato per affrontare la nuova sfida che il mercato del lavoro propone. A Cifap Formazione abbiamo appena concluso il corso, intitolato “Social Media Manager”, organizzato in collaborazione con Fondo Forma.temp e Randstad, a titolo completamente gratuito per gli studenti, nel quale sono stati proposti, durante le 200 ore di lezioni, gli strumenti utili ad affrontare questa nuova sfida. Infatti, la consapevolezza di saper usare correttamente i social e l’acquisizione di nuove skills, permette un inserimento più veloce in questo nuovo tipo di contesto lavorativo. Contesto dove la comunicazione deve essere efficace e deve necessariamente svilupparsi su due livelli, quello dei social e del web in generale e quello tipico del rapporto personale col cliente. Il saper padroneggiare entrambi gli aspetti è sinonimo di un lavoratore più preparato e propenso ad affrontare questo nuovo stile lavorativo, permettendo perciò la crescita dell’azienda che vuole investire su di lui.
I corsi di formazione diventeranno perciò centrali sia per acquisire nuove competenze, sia per essere sempre aggiornati sugli stili lavorativi. Come dice Heinz Peter Halek “non è il grande che supera il piccolo ma il veloce il lento”. Ed è questo il concetto che sia noi di Cifap nei nostri corsi, sia i lavoratori che vogliono stare dentro questo nuovo paradigma del mercato del lavoro dobbiamo avere sempre presente. La grandezza diventerà sempre più relativa se si riesce a essere veloci e aggiornati.
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